Assistenza domiciliare
L’ospedalizzazione dell’anziano: conseguenze e possibili interventi
L’ospedalizzazione dell’anziano può comportare un declino in termini di funzionalità e autonomia e stati di delirium. I dati mostrano come pazienti anziani con una buona valutazione all’ingresso del periodo di ricovero ospedaliero mostrano al momento delle dimissioni, una diminuzione generale della stessa valutazione. Vi sono interventi preventivi da adoperare sulla base di queste considerazioni e chiedersi se non sia il caso di ritardare il più possibile l’ingresso degli anziani in istituti, case di cura, RSA … che non sono null’altro che ospedali a lunga degenza . Finchè le condizioni dell’anziano lo consentono offrire servizi come ad esempio l’assistenza domiciliare è molto importante, non solo per il decorso del ricovero, oppure per il prosieguo della terapia medica o farmacologica senza fonti di stress aggiuntive, ma anche per la serenità psicologica del paziente.
Nessuno vorrebbe mai ricoverarsi in ospedale, che sia per interventi blandi e di routine o per operazioni complesse e rischiose, perché è evidente che non sia un ambiente piacevole nel quale trascorrere del tempo.
Potersi curare, essere accudito o semplicemente essere nella propria casa, circondati dalle persone care, e conservando, per quanto possibile, le proprie abitudini, è un bene per chiunque, che aiuta ad affrontare il tutto in modo più rilassato.
Di conseguenza affidarsi a una cooperativa o associazione specializzata nel selezionare badanti ed operatori con esperienza ( referenziati e con esperienza, oltre che affidabili ) dà modo all’assistito e alle famiglie di poter condurre una qualità di vita che porterebbe tutti a vivere con serenità, dignità ogni istante.
Assistenza domiciliare: perché è importante
Le persone non autosufficienti, a causa di patologie gravi, handicap fisici o psichici, oppure per le conseguenze di un infortunio, possono usufruire dell’assistenza domiciliare presso la propria abitazione, ricevendo le cure previste grazie all’intervento di medici specialistici e infermieri professionisti, oltre che coadiuvati da personale di assistenza diurno / notturno quali appunto le Badanti.
Se questo principio lo applichiamo a persone che vivono un effettivo disagio che rende difficile, sconsigliato o addirittura impossibile recarsi presso strutture sanitarie locali, possiamo comprendere a pieno l’importanza dell’assistenza domiciliare.
Un anziano su tre esce dall’ospedale meno autonomo di prima
I dati provengono dall’Università di Haifa. Un terzo dei settantenni vengono dimessi con deficit di vario tipo. Fra le cause l’immobilità, la malnutrizione e il disorientamento.
Ma è mai possibile che dei settantenni e oltre entrino in ospedale, per un qualsivoglia disturbo, del tutto autosufficienti e ne escano, uno su tre, minati nel saper badare a se stessi? O hanno un disordine cognitivo o necessitano – improvvisamente – di un bastone, del pannolone o non riescono più a mangiare. E poi: uno su tre, addirittura? Lo dice l’Università di Haifa in Israele che ha fatto i conti. Lo sostiene («la proporzione è credibile») il presidente della Società italiana di Geriatria e Gerontologia, Nicola Ferrara, docente all’Università Federico II di Napoli.
«Sarebbe logico il contrario:
uno si ricovera per un infarto o una polmonite, e si pensa ne esca meglio di quando è entrato, no? E invece, spesso...».
Alcuni Link sull’argomento
http://rolandociofi.blogspot.it/2013/06/il-trauma-dellospedalizzazione.html
http://www.psicolinea.it/lospedalizzazione-degli-anziani-e-le-funzioni-cognitive/
http://www.stateofmind.it/2017/10/ospedalizzazione-dell-anziano-interventi/