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    La storia di Alfredo badante peruviano …

    Alfredo Marciani Vasquez, peruviano con la doppia cittadinanza («Il mio bisnonno era genovese», dice con un lampo di orgoglio), 42enne, single, è una persona calma, forte, gentile. Qualità essenziali se devi occuparti di qualcuno che spesso non ha nessuna voglia di essere accudito. In Italia sono sempre di più i maschi, italiani e stranieri, che fanno questo lavoro. Secondo i dati Inps, nel 2015 ne sono stati contrattualizzati oltre 26500. Erano poco più di 5mila nel 2005.   A sdoganare la figura del badante declinato al maschile ha contribuito molto il film francese del 2011 «Quasi amici». La pellicola racconta la storia (vera) del rapporto di profonda amicizia creatosi tra un…

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    Una buona badante …

    Paola è una badante, ci chiama per un appuntamento. L’incontro conoscitivo è fissato e lei si presenta puntuale in sede. Prima ancora di parlare, intravedo in lei gli atteggiamenti che la nostra cooperativa ricerca nelle operatrici/operatori di assistenza: gentilezza, affidabilità, prontezza. Gli domando della sua esperienza lavorativa e ne viene fuori tanta. Si tessera, ci salutiamo. Alcuni giorni dopo un’amica mi telefona e mi parla di una “badante straordinaria” che ha assistito il suo compianto papà. “Ti passo il numero, chiamala!” mi esorta. Si era presa cura di lui come una figlia ed aveva mantenuto la casa bella come una reggia. “Un’associazione come la tua, che mira al rapporto umano prima che…

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    Carmela e la sua solitudine …

    La storia di Carmela è simile a tante altre, ep­pure particolare, come è uguale e diversa la vita di tutti. Nata 92 anni fa, figlia di una fami­glia numerosa, orfana di padre. È ancora una ra­gazza quando arriva a  Teramo, come tante sue coetanee, in cerca di lavoro. Una sto­ria ricca di nomi, date e il ricordo di un lontano parente che precedentemente aveva preso con­tatti con qualche famiglia che cercava una domestica. Cercavano «una buona e brava ragazza» che svolgesse un po’ tutti i compiti: bambinaia, dama di compa­gnia, accompagnatrice, domestica. Ci racconta di quando viveva in casa di  una nobil donna e del figlio» morto a soli 14 anni, oppure del lavoro in casa del mi­nistro ….…

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    Sono bella ugualmente aldilà delle mie rughe …

    Abbiamo conosciuto Gianna un po’ per volta in un rapporto quasi quotidiano con lei. Quando è stato richiesto l’intervento di assistenza domici­liare sembrava infatti quasi impossibile seguirla. Aveva 68 anni, allora era ricoverata in una cli­nica per malattie mentali. Molto calma, soprattutto per l’effetto dei far­maci, ma con un notevole deficit di linguaggio e costretta a letto da un’emiplegia, esito di ictus cerebrale recente. Non era stata sottoposta a trattamento fisioterapico perché i medici ritene­vano impossibile la sua collaborazione. Era, co­me si dice con linguaggio tecnico, in dimissione. Era una di quelle situazioni tipiche per cui l’as­sistenza domiciliare è stata ideata: una persona che ha avuto gravi problemi sanitari, una…

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    Il ritorno a casa …

    Abbiamo visto Flavio per la prima volta da­vanti al portone della casa dove ha sempre vis­suto; era stato «riportato» a casa da un’assi­stente sociale  e da un autista, siamo a Teramo. «Ma come, non è contento?» si domandavano. Flavio avrebbe dovuto esprimere la sua gratitudine elargendo sorrisi ai suoi accom­pagnatori … Flavio è sconvolto, ha uno sguardo assente, sembra non riconoscere la sua casa, sembra di­sinteressato a ciò che sta accadendo. Eppure  Flavio si è sempre ribellato con forza di fron­te a chi decideva della sua vita, anche quando la moglie, molto più giovane di lui, «per incom­patibilità di carattere» ha colto l’occasione di una sua caduta ( Flavio è epilettico ),…

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    La storia di Gisella …

    Gisella viveva da sola all’Aquila, in una casa dove forse non potrà tornare più; questo la rendeva molto triste e preoccupata, essendo abituata alla sua autonomia. Non voleva essere di peso a nessuno, e allo stesso tempo non sapeva adesso dove andare e cosa fare. Ho provato a “ri-raccontare” la sua storia, esplorando le sue risorse, e facendole leggere quello che era successo con gli occhi della figlia. Mi diceva che da quel punto di vista, le cose effettivamente cambiavano: sicuramente la figlia si sarebbe presa volentieri cura di lei, non avrebbe voluto lasciarla sola. Pian piano stava totalmente cambiato prospettiva; era come rifiorita, capace ancora di guardare avanti, nonostante…

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