La storia di Gianna …
Abbiamo conosciuto Gianna un po’ per volta in un rapporto quasi quotidiano con lei. Nei primi incontri con noi non sapeva dire altro che: «dammi una sigaretta» e «ero bella, ora son brutta». Ripeteva queste cose ossessivamente. Urlava e piangeva se le si negava la sigaretta e, in ogni caso, non rispondeva affatto alle nostre domande.Spesso il marito non era in casa. Al nostro arrivo, più di una volta, l’abbiamo trovata per terra seminuda, nonostante il freddo, mentre cercava di raggiungere le sigarette trascinandosi sul pavimento. Non gradiva che la lavassimo e non protestava per l’evidente stato di abbandono in cui si trovava, anzi a fatica riuscivamo a farle cambiare posizione per evitare le piaghe da decubito.Cominciammo ad esigere una maggiore cura da parte del marito, a dire il vero, con qualche risultato. In seguito cominciò a piacerle di essere pulita e curata.Nonostante il nostro intervento, Stefano, il marito, continuava a lamentarsi e proponeva di ricoverarla per riposarsi un po’; ma per Gianna stare in ospedale era peggio di stare in casa. A volte allora lui la trattava con cattiveria dicendole: «Guarda come sei ridotta» e sembrava che quella Gianna fosse un’altra persona rispetto a quella che lui ricordava. Le fotografie alle pareti mostravano un passato diverso: due persone ben curate, con abiti decorosi, panorami di luoghi di villeggiatura. Avevano vissuto per molti anni in Argentina conducendo una vita agiata. Dopo un improvviso rovescio economico erano stati costretti a ritornare in Italia con notevoli ripercussioni, però, nel tenore di vita, oramai a livello di sopravvivenza. Gianna sembrava tra i due quella che risentiva di più della mutata situazione e già da anni viveva «come se fosse già morta», senza interessi.Con noi Gianna cominciò a farsi lavare, vestire e ad alzarsi dal letto. Chiedeva sempre quando sarebbe venuto il fisioterapista. Ci raccontava di quando era giovane: «Ero bella, dicevano che ero la più bella di tutte, un pittore mi fece il ritratto e quando gli altri lo vedevano volevano conoscermi. Ho fatto la modella e avevo tanti bei vestiti, tutti mi facevano i complimenti per come vestivo. Abbiamo pensato di vestirla bene e di truccarla, un po’ di rossetto e di cipria, gli orecchini, si è guardata allo specchio e ha detto: «sono bella». Non è stato un episodio. Una delle attività principali nel rapporto con lei è stata proprio quella di stabilire una relazione nuova con il corpo «di adesso».Da qualche mese Gianna ha ripreso ad uscire di casa.Gianna insieme a Helena la sua badante Ucraina, sono felicemente parte una dell’altra.