Il ritorno a casa …
Abbiamo visto Flavio per la prima volta davanti al portone della casa dove ha sempre vissuto; era stato «riportato» a casa da un’assistente sociale e da un autista, siamo a Teramo.
«Ma come, non è contento?» si domandavano. Flavio avrebbe dovuto esprimere la sua gratitudine elargendo sorrisi ai suoi accompagnatori …
Flavio è sconvolto, ha uno sguardo assente, sembra non riconoscere la sua casa, sembra disinteressato a ciò che sta accadendo. Eppure Flavio si è sempre ribellato con forza di fronte a chi decideva della sua vita, anche quando la moglie, molto più giovane di lui, «per incompatibilità di carattere» ha colto l’occasione di una sua caduta ( Flavio è epilettico ), e lo ha avviato in ospedale. È iniziato così il suo lungo itinerario, tra un ospedale e l’altro, che lo ha portato fino a una casa di cura del Teramano.
Qui la diagnosi è chiara e immediata; Flavio sarebbe un tipico malato di mente: urla sempre, minaccia gli altri, non si adatta all’ambiente …
Flavio comincia a far parte della folla dei cronici, degli irrecuperabili. Ma continua ad insistere stancamente che vuole tornare a casa. Lui la casa ce l’ha, anche la pensione … ma dov’è finita la pensione? Poi un incontro felice: con una nostra collaboratrice e l’assistenza domiciliare che è appena cominciata proprio in quel periodo abbiamo cominciato la nostra pubblicità nel Teramano ( 2015 ).
Ora Flavio è di nuovo a casa, è tornato all’inizio, afflitto da uno stato confusionale grave con disturbi dell’orientamento, senza più la dimensione del tempo e dello spazio.
Ora sta imparando ad usare il citofono, la sveglia, ad aprire e chiudere le porte e le finestre, a farsi la barba … aiutato notte e giorno da Katerina, la nostra badante rumena che lo segue passo passo.
In casa di cura Flavio camminava, camminava a lungo per raggiungere una finestra, un po’ di luce, per cercare un infermiere: ora dopo pochi passi è sul pianerottolo, a volte è uscito di casa in pigiama.
La moglie lo ha lasciato ma Flavio sta cercando i suoi vecchi amici, e alcuni li ha trovati: il medico, il parroco; altri li cerca ancora, spesso in questa ricerca Flavio si perde nelle vie del suo vecchio quartiere.
Sono evidenti le difficoltà nell’aiutarlo a recuperare le capacità psico-fisiche perse in questi ultimi anni. Solo oggi, infatti, comincia ad accettare il nostro intervento: si fida di più, è sicuro che noi non lo riporteremo mai più in casa di cura, non lo riporteremo via da casa sua.
Oggi grazie a Katerina e a noi Flavio ha ritrovato la sua dignità e la sua vita.